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Giovedì 8 luglio 2010

Grandi manovre al campo 2

Oggi abbiamo raggiunto il campo 2 dello Sperone degli Abruzzi, e siamo stati veloci. Adriano ha impiegato 3 ore e mezzo per salire dal campo base al c1, io 3 ore e 55. Abbiamo adottato strategie lievemente diverse per acclimatarci: Sergio si è fermato al 2 per passarci la notte e scendere direttamente al cb domani. Adriano e io, invece, siamo ritornati a dormire al c1 e domani risaliremo al c2 e ci fermeremo. Sono saliti anche George con un amico e due portatori, Leila con un portatore e due Coreani (mi dispiace, ma i nomi non li ho ancora imparati). Ralf e Gerlinde avevano in programma di raggiungere sicuramente il C1 della Cesen, e forse il C2.

 

Venerdì 9 luglio 2010

Breve di Agenzia

Un freddino! Non è elegante da raccontare, ma la pipì si ghiaccia in corsa. Siamo qui al campo 2, Adriano e io, e ci apprestiamo a passare la notte. Un po' di mal di testa, ma per il resto tutto bene. La piramide che va al 3 è propio bella e impressionante. Al momento ci limitiamo a guardarla. E' una luminosa giornata di sole, ci godiamo il paesaggio e la montagna. Sergio è tornato giù, qui con noi c'è Leila, alcuni coreani e George. Adriano è un po' dubbioso, ci sta deprimendo con l'idea che non arriveremo oltre il 3, con tutta questa neve e con l'assenza dei portatori dei coreani: io sono più positivo e resisto alle adrianesche tristezze. Claudio mi ha fatto un sacco di domande, ma non avendole sott'occhio rispondo solo a quelle che mi ricordo. Mario Merelli dovrebbe essere arrivato ieri al campo base, ma noi non l'abbiamo ancora visto. Il campo uno è a 6100 metri, il campo due a circa 6600. Il cuoco ci tratta benissimo e siamo molto contenti di lui. Come siamo felici che i nostri amici ci seguano. A domani dal campo base.

 

(ndr: Non prendete alla lettera lo scritto, la conversazione telefonica è stata piuttosto difficile)

 

Sabato 10 luglio 2010

Campo 2... con complimenti!

Giuseppe sul Bill Chimney - 6500m
Giuseppe sul Bill Chimney - 6500m
Adriano e Nisar al c1
Adriano e Nisar al c1

Se la vita al campo base di questi giorni è tutt'altro che monotona, quella dei campi alti è ancor più vivace. Al base continuano altri arrivi, alla spicciolata. Questa mattina è arrivato Christian Stangl, con un amico. Lo sky-runner austriaco era qui anche l'anno scorso con il medesimo obiettivo: tentare la salita al K2 in velocità. Ci ha detto di non avere ancora deciso se tenterà per la Cesen o lo Sperone Abruzzi... probabilmente la scelta dipenderà da quale via sarà attrezzata e tracciata per prima. Sono attesi anche un paio di italiani, ma a oggi ancora nulla. Gerlinde e Ralf sono saliti al due sulla Cesen e pare stiano continuando verso il campo 3. Quest'ultima notizia va presa con beneficio d'inventario, in attesa di conferma da parte di Ralf. Consiglio di consultare direttamente il loro sito. Sono solo voci di cuochi. Tuttavia, almeno da queste parti, sono proprio i cuochi quelli ad essere più informati sulla vita del campo e sulle salite. Frederick e il suo socio texano sono rimasti fermi al base in questi ultimi giorni, probabilmente per dar tempo alle punte delle dita della mano destra di Trey. di guarire dai geloni riportati mentre smontava la tenda senza guantoni l'ultima volta che ha salito la Cesen. Per fortuna sua, i polacchi hanno una dottoressa molto preparata in materia. I coreani salgono senza l'aiuto dei loro tre portatori, scesi in sciopero con abbandono della spedizione alcuni giorni or sono. Rimasti soli, i membri della spedizione coreana continuano ad andare su e giù dal campo uno al due come anime perse. Non dispongono ancora di una tenda al campo due, forse la installeranno questo pomeriggio. Veniamo infine a noi: dopo una notte all'uno e una al due siamo scesi stamattina al base, in tempo per la prima colazione (Sergio invece ha preferito salire ieri direttamente al due e, dopo una notte a 6600 m, è ridisceso al base). Adriano stamattina ha fatto un altro tempo dei suoi: Campo due campo base in meno di due ore e mezzo... e ha avuto la bontà di aspettarmi per più di mezz'ora all'abc... a suo dire era piuttosto fiacco dopo la notte insonne al due.

Sergio verso il c2
Sergio verso il c2
Giuseppe verso il c2
Giuseppe verso il c2

In effetti lui e io non abbiamo riposato bene: mal di testa nel mio caso e sindrome delle gambe irrequiete nel suo. Nella tenda accanto invece l'iraniana Leila dormiva pacificamente la sua seconda notte al due. Alle 18 di ieri al campo due, mentre ero ben chiuso nel mio sacco di piumino e intenzionato a tagliare ogni contatto col mondo (tanto ci pensava già il mal di testa a regalarmi una cacofonia ultramoderna alla Berio, per intenderci), ecco che il mondo traditore bussava alla mia tenda, nella persona del socio di George Dijmarescu.

Leila al c2
Leila al c2

Il ragazzo romeno, peraltro innocentemente, mi ha porto una radio all'altro capo della quale c'era un infuriato George Dimitrjescu che voleva assolutamente parlarmi dal campo base. All'inizio non ne ho compreso il motivo, ma poi il romeno-americano mi ha spiegato che i suoi due sherpa al c2 gli avevano comunicato che mancavano ancora 400 m di corda per finire di attrezzare dal c2 al c3 e che, secondo lui, il trasporto dei 400 m mancanti spettavano al nostro team (Leila mi ha raccontato poi che i metri mancanti erano 150).. Avrei quindi dovuto incaricare i nostri due portatori di provvedere al trasporto al c2, entro la prima mattina. Cosa peraltro tecnicamente impossibile. Ho cercato di sostenere le mie ragioni, e ogni spiegazione era uno spillone piantato direttamente nel mio cervello. Ali, Nisar e Adriano avevano attrezzato nei giorni precedenti sino al campo due e adesso era semplicemente impossibile, oltre che umanamente scorretto, domandare a Nisar e Ali di fare i facchini avendo avuto così poco tempo per riposarsi. Sono esseri umani, mica macchine. I coreani ne sanno qualcosa, a loro spese. Infine, come massima capacità di espressione di un ragionamento (a 6600 m che il mio cervello sembrava esplodere), ho fatto presente che per soli quattrocento metro avremmo anche potuto aprirla insieme, la via sino al tre, alla prossima finestra di bel tempo. Fatica sprecata. I miei maldestri tentativi di ragionamento hanno fatto inviperire ancor di più il buon George (come se fosse stato lui a trovarsi 1600 m più in alto). Le sue accuse si sono fatte via via più pesanti (sul tipo che Nisar era diventato il rais dei portatori, e che comandava al posto mio). Infine, a conclusione del burrascoso collegamento, George mi ha lasciato con una perla comunicativa: un bel fu.. off, ripetuto e a me indirizzato. Ringrazio Dijmarescu, perché, in fondo, anche questo è un piccolo record personale, anche se non di quelli di cui andare particolarmente fieri: sono stato mandato altre volte a quel paese, a torto o a ragione, ma mai alla quota di 6600 m. Mi auguro solo che la progressione si fermi qui: non vorrei mai dover provare la vertigine dell'epiteto in diretta oltre la quota della morte!

 

Domenica 11 luglio 2010

Verso il campo tre

Adriano al c1
Adriano al c1
Giuseppe al c1
Giuseppe al c1

Sembra che il tempo terrà ancora per un paio di giorni. Abbiamo così deciso, assieme ai due portatori di Leila, di salire domani al due e attrezzare la parte mancante sino al campo tre. In questo modo non dipenderemo da nessun'altra spedizione per l'accesso al campo. Una volta raggiunto il tre sugli Abruzzi (7300 m circa), infatti, le corde fisse non sono più indispensabili per l'ulteriore progressione con la sola eccezione del "traverso" a 8300 m. Ci ha confortato il fatto di aver avvistato oggi la tendina solitaria di Gerlinde e Ralf, che hanno pernottato a 7000 m circa sulla Cesen, appena sotto il "vero" campo tre. Oggi, se tutto va bene, la forte coppia raggiungerà il tre prima dell'arrivo dell'ondata di maltempo prevista per il 13. I due hanno un'altra marcia e seguono un'altra via, è vero, ma vederli lassù, sia pure col binocolo, ci ha dato la carica per dare pure noi il massimo (pur se non veniamo dall'Everest). Montagna che, invece, mi ha fatto ricordare Mario Merelli. Il forte alpinista bergamasco, assieme a Marco Zaffaroni, ha infatti raggiunto questa mattina il campo base del K2. Merelli non ha dato particolari segni di ricordarsi di me e di Adriano dal Cin, due perfetti sconosciuti nel 2004, con i quali ha tuttavia condiviso la salita dell'Everest. Io, con la misconosciuta spedizione indipendente di quattro persone di Avventure nel Mondo, Merelli, assieme alla "big-one" Everest-K2. Quest'anno, grazie al lavoro nostro, dei portatori dei coreani (prima della loro prematura dipartita), dei due sherpa di Dimitrjescu e dei due portatori hunza di Leila (9 persone in tutto) lo sperone Abruzzi sarà attrezzato completamente fino al campo tre entro un paio di giorni. Da parte nostra facciamo a Merelli (ma anche al velocista austriaco Stangl) il nostro migliore augurio di chiudere il loro conto aperto col K2. La via è ormai attrezzata. Non resta a tutti noi che salire.

Alba dal c2: l'ombra tripuntita del Broad Peak sul Godwin Austen
Alba dal c2: l'ombra tripuntita del
Broad Peak sul Godwin Austen

Terminata la cronaca, vi racconto, anche per soddisfare la curiosità di Claudio, che ne è di Waqar, il nostro preziosissimo e abilissimo cuoco. Le notizie non sono buone. E non perché una sventurata capretta (o per meglio dire un vero e proprio "capro" espiatorio) non sia già in marcia verso il suo appuntamento con noi e il suo destino al campo base tra qualche giorno. No, il fatto è che Waqar ha il mal di denti. Purtroppo per lui la dottoressa polacca non ci capisce un tubo di odontoiatria, e così il nostro ha optato per le cure tradizionali di un curandero locale qui al c.b. Preoccupato per la sua salute, ho dato già ieri allo sventurato cuoco tutta la mia scorta di Synflex, ma è solo un farmaco sintomatico, che non risolve il problema alla radice. E proprio di carie alla radice di un dente, pare si tratti. Con nostro vivo orrore, in mancanza di un vero dentista, Waqar (che mai si è lamentato) ha richiesto le "cure" del praticone (debitamente diplomato all'alta scuola di magia e stregoneria dell'Hunza superiore). Un intruglio a base di benzina è stato ficcato a forza con l'aiuto di alcuni stuzzicadenti nel suo molare superiore sinistro, sotto i nostri sguardi allibiti. Forse con funzione anestetica, non so. Sicuramente non per dargli fuoco. Oggi Waqar riposa... cucina Nisar. Queste sono le cure "tradizionali" nel 70% del mondo. Se non vi garbano, potete sempre scegliere di nascere nel restante 30%, quello cosiddetto industrializzato. Ehi tu, lassù! Sei proprio un gran burlone, sai.

 

Lunedì 12 luglio 2010

Tutti al base

.. la pizza!
.. la pizza!
Waqar e..
Waqar e..

Fino a mercoledì il meteo resterà incerto, per cui abbiamo deciso, prima di raggiungere il campo tre sugli Abruzzi, di attendere il miglioramento atteso per giovedì. In effetti, oggi sono ritornati al base tutti quelli che ancora erano ai campi alti: Gerlinde e Ralf reduci dal c3 sulla Cesen, Frederick (sceso con gli sci dal campo tre) e i polacchi dal c2, sempre sulla Cesen. Per quanto riguarda lo Sperone Abruzzi, Leila è scesa dal C2 ieri assieme al rumeno, socio di George. La buona notizia sembra essere che, più in alto del campo tre delle varie vie, la neve sia meno profonda che nel 2009. E' questa una delle condizioni necessarie (ma non sufficienti) per la vetta. Ciascuno reagisce a suo modo a questi tre giorni di fermo forzato. Adriano, da par suo, ci ha detto lapidario: "Mi sono stancato di star fermo, vado a Concordia, non aspettatemi per pranzo"! Io pasticcio al pc per redigere questa cronaca mentre Sergio ci fa da ambasciatore, intrattenendo rapporti con le altre spedizioni (tranne quella di Dimitrescu, a cui non è affatto sbollita la rabbia, peggio per lui, che gli si alza la pressione). Sul fronte cucina, abbiamo imbottito Waqar di antibiotici e antidolorifici, che pare abbiano sortito miglior effetto dell'intruglio a base di benzina ingurgitato ieri. Lo stesso Waqar aveva ipotizzato di scendere a Hushe e poi a Khaplu per andare dal primo dentista disponibile, a 80 km da qui. Cinque, forse sei giorni tra andata e ritorno attraverso il Gondoghoro. Noi lo abbiamo incoraggiato a fare così: senza cuoco possiamo sopravvivere, ma la salute prima di tutto. Con grande attaccamento al dovere, Waqar, che pure aveva ventilato la sua temporanea partenza, stamattina è apparso visibilmente migliorato: si è messo a cantare e ci ha fatto la pizza! Non so però se la cura antibiotica sortirà effetti risolutivi e duraturi, per cui l'opzione "B", vale a dire il temporaneo abbandono della spedizione per le cure dentistiche, resta sempre valida. Non oso impormi, perché affrontare un passo di 5400 m in aggiunta a 160 km tra andata e ritorno per andare da un cavadenti che, immagino, non andrà troppo per il sottile, non è possibilità da prendersi alla leggera. Aspettiamo e vediamo. Come per la salita al K2, bisogna avere pazienza e accettare la convivenza con incertezza e precarietà. In questo senso è un bel ribaltone rispetto ai valori di certezza e stabilità che ci sono contrabbandati come gli unici accettabili nella vita quotidiana. Nel delicato ingranaggio del mondo, armonia e dissonanza, creazione e distruzione, certezza e incertezza, precarietà e sicurezza, ying e yang, amore e odio, bene e male, sono tutte componenti ugualmente indispensabili. Alé!

 

Mercoledì 14 luglio 2010

Lo zoo umano del campo base

La nostra tenda sotto la neve e Ralf
La nostra tenda sotto la neve e Ralf
La nostra tenda mensa by night
La nostra tenda mensa by night

Il tempo percepito non passa a velocità costante, a volte scorre lento e placido come un grande fiume, a volte accelera impetuoso e inarrestabile tra rapide e vortici, verso la fine di un ciclo. Il nostro tempo al campo base, sino a ieri nebuloso e indefinito, ha avuto un'improvvisa accelerazione da quando si sono profilate nell'immediato fututo due finestre di bel tempo. La prima sarà intorno al 17 luglio, la successiva, forse più lunga, verso il 24. Tutti i nostri piani, assieme a quelli delle altre spedizioni, convergono verso queste due date, veri e propri "colli di bottiglia" dietro cui sta il successo o l'insuccesso. Domani partiremo per il campo due, per poi raggiungere il tre e ultimare così la nostra preparazione in vista del tentativo vero e proprio alla vetta, che si collocherà tra il 23 e il 25 luglio. Non bastano alcuni giorni di bel tempo a garantire il successo. Ci sono altri fattori, come la bassa velocità del vento in quota e il numero di giorni passati sopra il campo base che devono essere contemporaneamente presi in considerazione. Per questo motivo, come nel film "Il cacciatore", avremo a disposizione un colpo solo, un solo tentativo. Chi è arrivato dopo di noi e ha più tempo, forse avrà a disposizione un'altra possibilità in agosto, ma non per noi che siamo in ballo dal 7 giugno e cominciamo a sognare culatelli e prosecchi. Il nostro tempo sta per scadere, tuttavia avremo la nostra possibilità. E' incredibile l'andirivieni che ancora anima il c.b. Ieri è arrivato un bulgaro, aggregato al gruppo ATP. Oggi dovrebbero arrivare altre due persone dal Broad Peak, sempre per tentare lo sperone Abruzzi. Ci sono poi quelli che arriveranno solo dopo il loro tentativo del 17 al Broad Peak, quindi non prima del 20 luglio. E' come un menu "à la carte" di un ristorante: ciascuno sceglie i propri tempi e metodi, anche se poi la selezione finale tra idee e tempistiche più o meno improbabili la farà sempre lei, la "Grande Montagna". Parallelamente agli ultimi arrivi (ma siamo sempre abbondantemente sotto le 40 persone in tutto) si vanno delineando i tipi umani che compongono l'effimero microcosmo che ogni stagione si raduna ai piedi del K2. Tutti sono rappresentati in questo spicchio di mondo, perché i tipi umani sono fondamentalmente sempre gli stessi: è solo la scenografia che cambia. Così, abbiamo l'alpinista express che cerca il record di velocità, lo sciatore estremo che cerca il brivido della prima discesa dalla vetta, la star, la folla dei collezionisti (tra cui anche noialtri), gli scrocconi, che utilizzano per salire i materiali portati e posti in opera degli altri senza neppure ringraziare, gli affaristi, che approfittano delle difficoltà altrui per fare commercio, gli sfigati, alpinisti senza esperienza che non hanno capito che per loro era meglio starsene a casa, le comparse, figure venute solo per far numero, con nessuna intenzione o capacità di salire. Tutti sono rappresentati, e se per caso fossimo stati di più, come nel 2004 con 120 alpinisti presenti al giubileo dei 50 anni, allora sarebbero comparsi nuovi personaggi, come i solitari, ma anche i ladri, gli attaccabrighe e via elencando.

 

Guestbook

Messaggio da: Giuseppe e soci@base camp

Cari amici, non pensiate che sol perché non rispondiamo al gb non riceviamo puntualmente tutti i vostri messaggi. Sarebbe troppo lungo e complicato rispondere singolarmente ma ci fa piacere leggere i vostri messaggi riuniti a tavola, di sera, come una famigliola felice del Mulino Bianco :-). Rispondo cumulativamente a tutti e non me ne vogliate se questo sarà l'ultimo messaggio di risposta. I prossimi 10 giorni saranno per noi decisivi e saremo più in quota che al base. Sergio ringrazia per gli incoraggiamenti di Marco, Norberto, Carlo, Ivan, Luca, Lorenzo, Sebastiano... Adriano come al solito è di poche parole, ma ringrazia tutte le sue fan (Paola, Luana, Claudia, Raffaella, Manu... acc!) e Paolo per la sua cronaca dei mondiali. Il prosecco "Caronelli" di Giancarlo & C. ce lo berremmo proprio volentieri. Un saluto particolare a Bruna e Claudio per averci accompagnato al c.b. e non essersi ancora stufati di noi! Infine, io, Giuseppe, saluto con affetto tutti gli amici che mi hanno scritto: Gibba, Pier, pf, Guido, Carlo, gigi confortola e (collettivamente perché sarebbe troppo lungo) tutti gli IHV-ini. Grazie a nb e a1 per aver esportato su twitter e facebook il blog! Per concludere, mi scuso se ho dimenticato di citare qualcuno: sto scrivendo in tenda inginocchiato con solo un sottile materassino tra le mie rotule e gli appuntiti sassi del Godwin Austen!!! E sembra di sentire il monaco folle di "Brancaleone alle Crociate": "Penitentiagite! Penitentiagite!" E dove meglio se non al K2?

 

Venerdì 16 luglio

Tre al Tre

Ssshhhhh... Un silenzio quassù! Siamo solo noi tre qui al campo tre a 7200 metri. Vi racconto dall'inizio: ieri siamo saliti dall'abc al c2 in poco meno di sette ore. Adriano faceva da apripista ed è arrivato ben prima di noi, e noi con Christian, ancora non ben acclimatato, che ci ha fatto i complimenti (veri, questa volta!) per il nostro passo. C'era molto vento e abbiamo fatto fatica a salire. Siamo rimasti al c2 a dormire e poi, questa mattina presto, siamo partiti per il c3 solo con sei portatori (i nostri, quelli di George e quelli di Leila): nessun altro è salito con noi. Indovinate chi è arrivato per primo? No, non c'è premio perché lo sa anche il gatto che il primo piedino sul 3 l'ha messo il solito vecchio Adriano. Oggi la salita è stata piacevole, con il sole e del tutto priva di vento. I portatori sono già scesi e noi siamo qui nelle nostre tendine a leggere i vostri messaggi. Se il tempo resta buono (come sembra) domani dormiremo ancora al c2. Non vi ho raccontato di una scommessa che abbiamo fatto - Sergio e io - con Sua Maestà Ottimismo Adriano: vinceremo una cena al Kabul Restaurant di Islamabad se riusciamo ad andare oltre il c3. Dopo uno crede che per salire il K2 deve combattere solo con la quota, il vento, il tempo, le difficoltà della montagna...

 

Sabato 17 luglio 2010

Flash

Adriano ringrazia la Zamberlan fornitrice dei suoi nuovi scarponi da 8000
Adriano ringrazia la Zamberlan fornitrice
dei suoi nuovi scarponi da 8000

Ieri notte ho dormito davvero male al C3, così oggi io sono qui al C2, mentre Adriano e Sergio passeranno un'altra notte al C3. Spero che la mia decisione di scendere non pregiudichi la vetta, ma era la cosa giusta da fare per la mia sicurezza. Domani ci incontreremo tutti al campo base.

 

 

 

 

 

Domenica 18 luglio 2010

Di ritorno dal Campo 3 (7200 m)

La piramide nera
La piramide nera
La capretta pagata a peso d'oro 
13000 rupie
La capretta pagata a peso d'oro

Eccoci di nuovo qui, di ritorno dal campo tre, duemiladuecento metri sopra il campo base. E' la nostra ultima salita prima del tentativo vero e proprio alla vetta, che avrà luogo alla prima "finestra" disponibile (pare intorno al 25-26-27 luglio). Non basta infatti qualche giorno di bel tempo per tentare la cima. Occorre una combinazione di bel tempo e basso vento a 350 mbar (la pressione corrispondente alla quota di vetta). Vedremo. Da parte nostra, abbiamo rispettato tutte le regole per una corretta acclimatazione in (altissima) quota in previsione di una salita senza ossigeno. Ad esempio: passare complessivamente almeno 30 giorni intorno ai 5000 metri; dormire una decina di notti in parete nei primi tre campi alti (tranne quello a 8000 m alla spalla, dove speriamo di fermarci solo il giorno della cima). Quando mi guardo indietro, vedo l'enormità del lavoro svolto. Ma il futuro prossimo è di quelli da far tremare le vene ai polsi, sapendo che ora non ci sono più scuse o altre attività dilatorie. Davanti a noi c'è solo il K2. Tutto questo per dirvi che siamo pronti e stiamo bene! Mentre eravamo al tre è arrivata la capretta, un esserino magrolino che ci ha offerto oggi a pranzo (suo malgrado) il fegato. Non sapevo mi piacesse tanto!!! Oltre alla capretta, in nostra assenza, sono giunte altre vettovaglie: riso, olio e ... mango freschi. Me ne sono divorati due, approfittando del fatto che Adriano non mangia frutta né fresca né in scatola. Stranezze dei Grandi! I polacchi hanno stabilito il campo tre sulla Cesen e sono rientrati oggi, come noi, al base. Un paio di coreani hanno dormito al tre ieri notte e rientreranno oggi. Gli sherpa di Dimitrjescu hanno portato un'ampia scorta di ossigeno al c3 per loro e per i coreani. Christian Stangl ha dormito ieri notte al c3 ed è sceso oggi al base stamattina con me e Adriano. Abbiamo incrociato Merelli e Zaffaroni stamattina mentre salivano all'uno. Tutte le altre spedizioni, sia sulla Cesen che sugli Abruzzi, sono ferme al base in attesa.


 

Martedì 20 luglio 2010

Ancora spedizioni!

La mia tenda sopraelevata
La mia tenda sopraelevata

Oggi cielo bigio e gravido di neve: giornata di quelle in apparenza uggiose e senza scopo. Eppure qualcosa di urgente c'era da fare: spostare le tende mia e di Adriano, che ormai erano in precario equilibrio su di un piedistallo di ghiaccio alto un metro. L'ablazione del ghiaccio porta infatti, in seguito ad alcuni giorni di sole, allo scioglimento della superficie che si abbassa a vista d'occhio, con il risultato che le zone riparate dal sole, come le tende, si ritrovano sempre più in alto rispetto al fondo circostante, sino a ritrovarsi arroccate su veri e propri funghi di ghiaccio. E' la terza volta che spostiamo le nostre tendine: ieri è toccato alla tenda mensa, oggi a quelle personali. Speriamo sia l'ultima! Si lavora di pala e con le mani in modo da creare un fondo di sassi e pietrisco il più possibile pianeggiante, isolato dal ghiaccio sottostante. Delle piccole crepe, incrinature nel ghiaccio larghe solo qualche centimetro ma molto profonde, solcano la superficie e passano direttamente sotto le tende, chiuse da un sottile strato di sassi. Accade allora che, nel silenzio della notte, si odono distintamente schiocchi e vibrazioni del ghiacciaio in movimento. Come un essere vivente, il fiume di ghiaccio sotto di noi scorre e avanza impercettibilmente, in modo discontinuo, sincopato, senza sosta. Geme e schiocca, nella sua irresistibile corsa da lumaca verso il mare. Alla fine del lavoro, Gerlinde ci ha servito un vassoio con una bella moka fumante e ci siamo bevuti il caffé tutti insieme davanti al nostro provvisorio capolavoro.

...dopo
...dopo
Lo yak: prima e...
Lo yak: prima e...

Terminata la fatica quotidiana, fatta più che altro per ammazzare il tempo, è iniziata la processione dei portatori che hanno scaricato il materiale di tre nuove spedizioni. La prima era quella di pulizia del comitato EvCNRk2, composta da una dozzina di guide pakistane del Rescue Team (con un intero yak al seguito, altro che capra!). Quindi è giunta la spedizione americana di Fabrizio Zangrilli, proveniente dal Broad Peak, oltre a una piccola spedizione indipendente composta da uno svizzero, sua moglie e un sudafricano. I due uomini del terzetto hanno salito il Broad Peak sabato scorso. Ci hanno riferito di aver trovato molta neve dal campo tre verso la sella e che, della ventina di alpinisti che hanno tentato quel giorno la cima, solo loro due più altri due e Iñurrategi i hanno raggiunto la vetta. Delle tre nuove spedizioni appena giunte, quella di pulizia non salirà direttamente in vetta. Le altre due hanno espresso preferenza per la Cesen, ma ancora nulla è deciso, neppure il giorno. Questo è il momento della pazienza. Calma e gesso che presto tutto si chiarirà.

 

Lunedì 19 luglio 2010

E' iniziato il conto alla rovescia...

Il C3 sugli occhiali di Adriano
Il C3 sugli occhiali di Adriano
Sergio al C3
Sergio al C3

Mancheranno tre giorni, quattro, una settimana al massimo, ma ora sappiamo con certezza che entro fine mese ci sarà il tentativo alla vetta per il quale ci siamo tanto preparati, acclimatati e impegnati. Domani giungeranno al campo base del K2, provenienti dal Broad Peak, tutte le spedizioni e i singoli in possesso del permesso per ambedue le montagne. Un numero crescente di alpinisti infatti, tenta prima il Broad Peak per poi provare anche il K2, data la vicinanza dei campi base e la medesima logistica. Un po' come prendi due paghi uno, con la non trascurabile differenza che la combinata riesce a pochissimi. Pare che il 17 luglio solo due persone di tutta la truppa presente al c.b. del Broad Peak sia riuscita a salire in vetta. Chi vuole tentare anche il K2 deve cambiare subito campo base, raggiunta o meno la vetta del BP, per non perdere la prossima importante finestra, forse unica del'anno, sul K2. E' una lezione che abbiamo imparato a nostre spese nel 2007, quando, reduci dal Broad Peak, abbiamo tentato in successione anche il K2. Purtroppo era troppo tardi. L'insegnamento che ne ho tratto è che, quando c'è di mezzo il K2, è bene concentrarsi solo sul K2. Ad ogni modo, Fabrizio Zangrilli, il ceco Jaroslav Bartos e altri, giungeranno domani, provenienti dal BP, per tentare, forse, la Cesen. In trepida attesa dell'indicazione del giorno di vetta da parte dei guru tra i meteorologi, (moderni indovini senza il cui responso non si esce neppure di casa) devo purtroppo riferire che il quarantenne bulgaro Peter, aggregato alla spedizione ATP al K2 e giunto qui da pochi giorni, è stato trovato morto all'interno della sua tenda al campo due. Ignote le cause, che potrebbero andare dall'aneurisma cerebrale all'edema fulminante a un collasso cardiocircolatorio (ma sono solo ipotesi). Il bulgaro non aveva compagni e saliva da solo. Per la cronaca aveva appena salito il Dhaulagiri. Sono trascorsi due giorni, ma prima di scriverne ho voluto aspettare che la famiglia decidesse riguardo al recupero o meno della salma. Il campo due è situato infatti in una posizione impervia, alla quota di 6600 m, su un pendio di misto, al di sopra della quota di tangenza degli elicotteri, senza tener conto del forte vento di oggi (e previsto per i prossimi giorni) oltre che della vicinanza del campo alla parete rocciosa. L'ente abilitato al recupero è il Rescue Team pakistano. La famiglia ha espresso il desiderio che il corpo sia tumulato in loco e non riportato a valle. La scomparsa di un alpinista solitario non ha avuto pressoché alcun impatto sulle normali attività del campo base. Tutto procede come prima, manca solo una piccola tendina gialla. Non si è trattato di crepacci, valanghe, cadute o simili, ma di un accidente che ha colpito una persona mentre riposava nel suo sacco a pelo. Il fatto che sia successo a 6600 m rientra nell'imprevedibilità e, alla fin fine, nella precarietà del vivere in quanto tale. Ciascuno di noi rimane preso e com-preso dalle proprie speranze, aspirazioni, desideri. Nulla è cambiato, tranne forse un'aumentata consapevolezza. Del fatto che, per quanto amiamo e siamo attaccati alla vita, essa è un bene molto fragile e provvisorio, senza alcuno scopo se non quello di viverla. Ecco perché siamo qui.

 

Guestbook

Da Adriano per sua cugina Antonella: Un caro saluto e un augurio di pronta guarigione.

 

 

   
CAI Bologna

Con il patrocinio del Club Alpino Italiano

Sezione di Bologna Mario Fantin