Se desiderate contattarmi nel corso della spedizione, utilizzate il guestbook!

EnglishItaliano

PAGINA 1 | 2 | 3 | 4 | 5

Lunedì 11 aprile 2011

L'inizio

Gasherbrum I
Il Gasherbrum I

Il tempo scorre inesorabile e si avvicina il momento della partenza per il Karakorum. Adriano dal Cin e io, questa volta con altri tre amici alpinisti, Guido Pagani, Mario Vielmo e Silvano Forgiarini, tenteremo la salita del Gasherbrum I, 8068 m. Noi costituiremo la componente italiana della spedizione internazione dell'ÖAV guidata da Gerfried Göschl. Il tentativo di salita al G1, noto anche come Hidden Peak o K5, ci terrà impegnati dal 12 giugno al 20 luglio... poi valuteremo il da farsi, anche in base alle condizioni meteo.

Come di consueto vi terrò informati tenendo un blog con le mie personalissime divagazioni che racconteranno le vicende della spedizione...

 

Domenica 08 maggio 2011

Incontri ravvicinati ad Abbottabad

Casa di Abbottabad
Casa di Abbottabad

Quando si pensa alle spedizioni sugli 8000 del Karakorum, inevitabilmente l'idea del pericolo s'insinua, almeno un poco, persino nei pensieri degli alpinisti più scafati... Però la realtà è sempre un passo oltre la fantasia e spesso il rischio peggiore sta nell'inaspettato, nel fatto di credersi al sicuro (a torto) in un posto dato per tranquillo. Negli ultimi 4 anni sono passato ben 3 volte da Abbottabad, percorrendo la KKH in direzione di Skardu. In un'occasione ci siamo fermati a pranzo e abbiamo passeggiato per le vie dell'amena cittadina, con le sue alte case cintate inframmezzate alle caserme dei cantonment dell'esercito pakistano. Ora, dopo il blitz USA nel compound di Abbottabad che ospitava Bin Laden, mi sono venuti i capelli dritti: non valanghe, né congelamenti ma bombe da una tonnellata e droni assassini erano in agguato sul nostro capino solo per il fatto di esserci fermati a bere una bibita e a comprare le caramelle a due passi dalla casetta di Osama... La morale? "Ci sono piu' cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia." W. Shakespeare, Amleto, Atto I, Scena V.

 

Mercoledì 22 giugno

Concordia (e risposta per Claudio)

Adriano a Concordia
Adriano a Concordia
Il gruppo di trek a Concordia
Il gruppo di trek a Concordia

Oggi abbiamo raggiunto Concordia dove si è fermato il gruppo di trek che domani andrà sino al campo base del K2. Noi invece abbiamo proseguito sino a Smaqring, e domani mattina alla 4 ci metteremo in marcia verso il campo base dei Gasherbrum che dovremmo raggiungere nel pomeriggio. Il gruppo di trek ci raggiungerà il 25 e ripartirà il 27 verso il Gondoghoro La. Il tempo è eccezionale e stiamo tutti bene, eccezion fatta per il nostro ufficiale di collegamento, Haziz, che soffre il mal di montagna.. Il personale al seguito della spedizione è formato da 2 sirdar, 2 cuochi, 1 ufficiale di collegamento e 3 aiuto-cuochi. Quindi oggi il nostro gruppone è diminuito di dieci unità, tra trekkers, cuoco, sirdar e l'ufficiale di collegamento che si è fermato per riprendersi dal mal di testa.

 

Sabato 11 giugno 2011

La vigilia della partenza

Retro della cartolina della spedizione
Retro della cartolina della spedizione
Cartolina della spedizione
Cartolina della spedizione

Oggi, vigilia della partenza, è come sempre il mio giorno peggiore. Odio fare i bagagli e rinvio sempre all'ultimo minuto. Così non va, mi dico, ma ogni volta è sempre la stessa storia. Gli oggetti possiedono una sorta di consapevolezza maligna e ciò che fino a ieri mi era sempre stato tra i piedi, ora che lo cerco, sembra magicamente scomparso. Corro qua e là per la casa, rovistando senza costrutto. Quanto vorrei essere già in Pakistan, a spasso tra i giganti di roccia e di ghiaccio del Baltoro, "into thin air"! Ma l'insostenibile pesantezza dell'essere mi richiama alla realtà col caos del presente. Nel frustrante bel mezzo di una ricerca infruttuosa mi chiama il vecchio Kurt: «Ciao Giuseppe, sono Kurt, grazie per i saluti. Ce la fai a passare da me oggi? Vorrei regalarti il libro "Nessuna via verso il basso" di Graham Bowley con la mia prefazione sulla tragedia del K2 del 2008, appena stampato nell'edizione tedesca. So che non ci capirai niente, ma almeno ti guardi le foto e poi Gerfried e i ragazzi austriaci lo troveranno interessante… Vi faccio la dedica». Colto in contropiede rispondo: «Ma… grazie Kurt, è un piacere e un onore», mentre faccio gli scongiuri. Ma dove cavolo lo trovo il tempo per attraversare la città di venerdì, con la tangenziale intasata e un bagaglio che ancora giace sventrato sul pavimento? Sono solo dettagli: ciò che conta è che ho trovato una scusa per rinviare di un po' l'inevitabile. Mi precipito in macchina e vado da Diemberger. Un grande. Uno dei pochi pionieri rimasti che non si è venduto l'anima e non se la tira da prima donna.

La dedica di Kurt Diemberger
La dedica di Kurt Diemberger

Ma via, ecco il libro, chissà se ci sto col peso… Le montagne del Karakorum sono così lontane da non metter paura, e la voglia di rivederle cresce di momento in momento, ora che manca poco alla partenza. Chi mi ha seguito sin qui non ha bisogno che mi dilunghi oltre, però vorrei presentare i miei quattro compagni d'avventura italiani. Adriano dal Cin non ha bisogno di introduzioni. E' un alpinista veneto, silenzioso e forte, mio fidato compagno di spedizioni da circa dodici anni. Dopo tutto questo tempo mi stupisco che non si sia ancora stancato di me, mandandomi a quel paese una volta per tutte. Spero solo che non lo faccia questa volta! Mario Vielmo è una guida alpina di Lonigo, con ben 8 ottomila saliti all'attivo. Ci siamo conosciuti nel 2007, quando era impegnato al K2. Gli ultimi due compagni sono alla loro prima prova su di un ottomila, ma hanno entrambi le carte in regola per tentare: Guido Pagani di Agordo è stato istruttore di montagna per la guardia di finanza e ha scalato il Fitz Roy. Insieme abbiamo salito soltanto l'Aconcagua, ma è bastato per far nascere un'amicizia. La maggior difficoltà per lui è stata riuscire a svincolarsi dalle maglie della famiglia e del lavoro. Dopo questa esperienza prevedo che sarà molto difficile per lui rientrare nei ranghi... Silvano Forgiarini è l'unico non veneto del gruppo (a parte il sottoscritto "terun" sottopò di Bologna). Silvano è un alpinista della Carnia, forte e modesto, un po' più loquace di Adriano. Di casa coi tarvisiani, ha salito non poche delle sue montagne in ogni condizione. Insieme abbiamo raggiunto lo scorso inverno la vetta dell'Ojos del Salado. Cinque storie personali diverse ma unite da una passione comune. Metà del lavoro è alle nostre spalle, ma ora inizia la parte più impegnativa, quella verticale.

 

Mercoledì 15 giugno

Skardu

Trekkers, alpinisti e Nanga Parbat
Trekkers, alpinisti e Nanga Parbat

Dopo oltre 24 ore di Karakorum Highway , siamo finalmente giunti a Skardu alle 4 del mattino di oggi. Secondo i piani avremmo dovuto prendere l'aereo da Islamabad a Skardu, ma anche quest'anno - per motivi che non saprò mai con certezza - non c'è stato nulla da fare. E allora eccoci partire direttamente in pullman il 13 mattina, freschi freschi dopo una notte in aereo, diretti a Besham. Pranziamo nel ristorante di Abbottabad, situato 10 minuti a piedi dalla casa che sino a qualche settimana fa ospitava il ricercato n°1 del mondo. Mi domando se qualche volta i guardaspalle di Osama siano venuti qui a comperare pollo fritto e dhal per il loro capo. Ripartiamo dopo pranzo per Besham, 200 km da Islamabad, lungo la KKH, dove arriviamo a notte fatta. Poche ore di riposo in un letto vero e poi via di nuovo alle 4 del mattino del 14, per quel che credo resterà il giorno più duro dell'intera spedizione. La KKH è più bucherellata del solito e la media non supera i 25 Km/h, tra posti di blocco e lavori stradali. Per coprire i 550 Km che separano Besham da Skardu impieghiamo 23 ore, ininterrotte, escluse le soste per colazione, pranzo e cena. Maurizio mi aveva detto di soffrire il mal d'auto e io, incautamente, gli avevo fatto balenare la possibilità di un volo fino a Skardu... sono dispiaciuto e mortificato per il suo disagio, ma il Pakistan una volta di più si dimostra essere un paese per veri duri. Ultima sorpresa: l'hotel di Waqar. Speravo avessero cambiato almeno le lenzuola e messo gli asciugamani puliti e i saponi nei bagni, ma "...questo è il Baltistan bellezza"... forse Gerfried ha confidato troppo sull'organizzazione locale. Sollevazione generale, pur nella stanchezza, in una situazione che rischiava di degenerare. Per fortuna la prontezza di Ali ha messo subito in sicurezza la tensione creata dalla teutonica inflessibilità di Gerfried, portando il grosso nostro gruppo di trekkers con Silvano, Mario e Guido al caro, vecchio, ma soprattutto confortevole Hotel Mashabrum. Solo Adri e io restiamo da Waqar, più per stanchezza che per solidarietà col resto del gruppo ispano-austro-canado-british-svizzero... Ma tutto passa, e oggi splende il sole. Riposati e satolli siamo pronti per iniziare domani il Baltoro trek.

Come si usa dire: "more news asap"...

 

 

Venerdì 17 giugno 

Jhula 3150 m

Alex Trixon pesa il bagaglio
Alex Trixon pesa il bagaglio
Portatori sul Braldo
Portatori sul Braldo

Oggi è finalmente iniziata l'azione. I disagi dei trasferimenti dei giorni scorsi sono solo un ricordo, ora che si cammina tra gli alti bricchi. A dire il vero qualche contrattempo nell'arrivo del materiale al campo di Jhula c'è stato: una parte manca ancora all'appello in questo tardo pomeriggio di venerdì, e qualche malumore serpeggia. Ma il morale è alto e il meteo nei prossimi giorni promette il bello. Questa spedizione è di gran lunga la più numerosa a cui abbia mai partecipato. Oltre ai 25 alpinisti (di cui 5 sono i baschi del mini-gruppo di Alex Trixon, con tanto di cineoperatore professionale e 2 trekkers al seguito), ci sono i sette trekkers italiani del gruppo di Avventure, 2 trekkers austriaci e 1 trekker inglese, per un totale di 37 persone! Ali Muhammend, (capo della Adventure Pakistan, giovanissima agenzia in rapida espansione) deve certamente aver avuto qualche di mal di testa organizzativo... Nonostante tutto, all'ora di cena stiamo tutti insieme nella enorme tenda mensa. Con mia sorpresa questa macedonia di nazionalità europee sembra riuscita, coinvolgendo anche i trekkers Per fortuna, i diversi gruppi etnici non si sono chiusi in enclavi linguistiche separate, ma si sono mescolati, parlando tutte le lingue possibili. Lingua franca, ovviamente, è l'inglese, ma alcuni del nostro gruppo italiano conoscono il tedesco, mentre il canadese Justin, assieme agli austriaci Willy e Stephan - medico della spedizione -, parlano un discreto italiano. Un po' ce la caviamo anche con lo spagnolo, ma per il momento i 5 baschi sono i soli che stanno un po' in disparte. Siamo però solo al primo giorno di trek, e sono sicuro che tra poco ci avvicineremo anche a loro. La cucina da campo di Waqar (lo stesso cuoco della mia spedizione al K2 dello scorso anno e il medesimo della spedizione invernale al G1 di Gerfried) è come sempre ottima e varia e in questi primi giorni abbiamo anche frutta fresca: anguria e mango. Waqar sta facendo del suo meglio, quasi a scusarsi della modesta accoglienza della nostra prima notte a Skardu. Il suo semplice hotel non ha potuto accogliere contemporaneamente sia i partecipanti al trek che i membri della spedizione. La camere sono piccole e spartane, ma Gerfried (con la mia approvazione, per quel che vale) ha giustamente privilegiato l'idea di dare una mano alla sua attività di albergatore. Il giorno dopo, anche quelli che hanno alloggiato altrove, hanno compreso. Skardu vive una breve stagione turistica solamente nei mesi di giugno, luglio e agosto, mesi che devono bastare, a chi vive delle attività legate al turismo, anche per tutto il resto dell'anno. Le autorità locali vorrebbero incrementare il turismo tra le loro montagne, in considerazione del fatto che la situazione in Baltistan è estremamente tranquilla e sicura. Purtroppo le nazioni europee hanno messo il Pakistan all'indice in toto, senza troppi distinguo tra le varie aree (e anime) di un paese che conta 180 milioni di abitanti. Dal canto mio posso solo sperare che tra qualche anno la situazione per questa gente possa migliorare, con il ritorno del turismo di massa in Pakistan (noi alpinisti non contiamo un piffero: siamo quattro gatti di cui non importa niente a nessuno, tranne che all'indotto locale che ruota attorno alle spedizioni).

 

Guestbook:

Giuseppe e Adri per Claudio: Grazie per il messaggio e l'incoraggiamento. Cercheremo di non deludere...

Giuseppe per Pierluigi Cesari e Pierluigi Galliano: poco importa se non siamo riusciti a sentirci prima della partenza. Quel che conta è il vostro messaggio sul blog e il fatto che siete con me.

 

21 giugno

Gore II - 4250 m

Adriano, Giuseppe, Mario e Silvano
  a Gore II (Guido fotografo)
Adriano, Giuseppe, Mario e Silvano
a Gore II (Guido fotografo)

La spedizione avanza con le usuali tappe del Baltoro trek. Gerfried aveva intenzione di evitare il classico giorno di riposo a Paju, ma il parere negativo della maggioranza dei portatori unito al fatto che non tutto il materiale della spedizione fosse partito in tempo da Askole, hanno deciso altrimenti. Variazione salutata con favore dai trekker al seguito, che si sono goduti così una giornata di relax a Paju con tanto di bagno nelle acque gelide e color caffellatte del Braldo (no, non sono dei masochisti: è l'ultima chance di farsi un bagno completo prima del ritorno a Skardu). Domani ci separeremo (momentaneamente) dai trekker: loro si fermeranno a Concordia un paio di giorni per raggiungere il campo base del K2, mentre la spedizione avanzerà oltre, in modo da rispettare la data d'arrivo prevista al c.b. dei Gasherbrum. Ci rivedremo il 25 al c.b. A onor del vero con le tende non siamo ancora messi benissimo: sono in numero insufficiente per i trekker e alcuni di loro sono costretti a dormire in 3 per tenda. Inoltre, a partire da domani, Gerfried ha riferito che i materassini resteranno con la spedizione e, a meno di un miracolo, i nostri trekker resteranno senza. Ho avvisato il corrispondente e spero che si dia da fare per rimediare. Questo sul versante delle notizie negative, tutto sommato contenute trattandosi di una carovana di quasi 40 persone. Note positive sono invece il meteo splendido e il fatto che stiamo tutti bene e i rapporti intergruppo e tra di noi sono buoni. Tra un paio di giorni potrò aggiornare il blog dal campo base, nella speranza che arrivi il materiale della spedizione.

 

Guestbook

Silvano per Remigio: sto bene, rassicura la mamma, ma siamo appena partiti e il bello deve ancora venire. Ci sentiamo poi dal c.b.

Adriano per Paolo: Grazie (Adriano non si smentisce mai n.d.r.)

Ugo e Maurizio per sindaco di Gosaldo: Sire, i suoi sudditi stanno bene e ritorneranno vittoriosi. avvisi per cortesia le famiglie.

Guido per gli amici della Valle del Biois: Grazie per il messaggio sul blog. Sin qui tutto bene.

 

 

   
CAI Bologna

Con il patrocinio del Club Alpino Italiano

Sezione di Bologna Mario Fantin